Asili, quintessenza del Barbaresco

Asili, quintessenza del Barbaresco

Asili è forse il cru più celebre (e celebrato) del Barbaresco, un vigneto esemplare che regala vini all’apice della denominazione.

Per capire dove si trova la Menzione Geografica Aggiuntiva (o MGA) Asili basta osservare la posizione dell’omonima borgata, situata poco più a sud del paese di Barbaresco. Siamo nelle Langhe nord-orientali, le colline che si snodano appena fuori dal centro abitato di Alba in direzione di Asti, sulla destra orografica del Tanaro, fiume che le separa dal Roero.

La località chiamata Asili fa parte della municipalità di Barbaresco che con quelle di Neive, Treiso e San Rocco Seno d’Elvio (frazione di Alba) costituisce il piccolo territorio all’interno del quale è possibile coltivare e vinificare le uve nebbiolo per ottenere vini che possono fregiarsi della denominazione “Barbaresco”.

Guardando le mappe, il territorio vitato del comune di Barbaresco assomiglia a un cuneo con la punta rivolta verso Nord. E Asili si trova esattamente al centro di questo cuneo, un vigneto che si estende a 360 gradi attorno al suo bricco, delimitato, in senso orario, da alcune delle più rinomate menzioni della zona: Cars, Muncagota, Martinenga, Pora e Faset.

LE PARCELLE DI MICHELE CHIARLO

La particolare forma circolare del vigneto, con altezze tra i 210 e i 290 metri, dà origine a un ampio spettro di esposizioni, le migliori delle quali, come spesso accade, sono quelle rivolte a meridione. È proprio su questi versanti che Michele Chiarlo possiede tre parcelle distinte, tutte esposte a sud, sud-ovest: un ettaro circa di filari che comprendono una vigna nei pressi della cappella di San Teobaldo, una appena sotto la borgata e una leggermente più a ovest, nella conca che confina con la Menzione Geografica Faset.

I terreni di Asili rappresentano la tipica formazione geologica delle langhe del Barbaresco: marne calcaree grigiastre a pH basico con presenza minoritaria di argilla, assai povere in sostanza organica, ma ricche di microelementi quali magnesio e calcio.

Esposizione, terreni e naturalmente la mano dei vignaioli che, lungo le generazioni hanno valorizzato queste uve, fanno di Asili un cru ad altissima vocazione: la prima bottiglia che porta in etichetta il nome della zona risale al 1967 e anche nella celebre Carta del Barbaresco stilata da Renato Ratti nel 1984, una delle prime nel suo genere, Asili compare come “sottozona viticola di tradizione e pregio”.

Conferma di questa storica eccellenza può essere infine trovata nel lavoro di Alessandro Masnaghetti, che ai cru del Barbaresco ha dedicato molte delle sue ricerche e degustazioni. Nel volume Barbaresco MGA, le posizioni migliori di Asili sono definite “quintessenza della finezza”, terreni in grado di regalare “vini dal tannino rigoroso” che “puntano sull’eleganza più che sulla struttura, su di un tannino rigoroso e quasi mai violento e su di un frutto molto delicato”.

Caratteristiche che rispecchiano in pieno il Barbaresco Docg Asili di Chiarlo: vino sontuoso ed etereo, che riesce a valorizzare la sua importante struttura con un’eleganza raffinata e suadente. Le note di frutti rossi si approfondiscono in sentori finissimi di spezie e il corpo setoso di questo vino avvolge il palato in una sorprendente lunghezza.

SOSTENIBILITÀ E PAESAGGIO

Come molti dei cru di Michele Chiarlo, anche Asili fa parte del progetto V.I.V.A. Sustainable Wine che la cantina di Calamandrana ha adottato per migliorare e monitorare il proprio impatto ambientale e la sostenibilità lungo tutta la filiera. Il paesaggio di Asili, come tutta la denominazione Barbaresco, fa parte delle 6 core zone individuate dall’Unesco e proclamante Patrimonio Mondiale dell’Umanità per la bellezza paesaggistica e il legame inestricabile tra uomo e viticoltura, che qui si esprime nelle sue forme più perfette ed eleganti.