Art Park la Court: uno di primi esempi italiani di land art fra i vigneti.

Art Park la Court: uno di primi esempi italiani di land art fra i vigneti.

Le opere e le strutture del Parco possono essere visitate in autonomia, scaricando la nostra App LA COURT AUDIOGUIDE.
Download on the APP Store

Uno di primi esempi italiani di land art fra i vigneti, il parco La Court accoglie opere e sculture di artisti di fama internazionale, organizzate in un percorso artistico immersivo e fiabesco, sullo sfondo di paesaggi mozzafiato.

Emanuele Luzzati

Noto soprattutto come scenografo e illustratore, Emanuele Luzzati è stato maestro in ogni campo dell’arte applicata.

Nato a Genova nel 1921, nel corso della sua carriera realizza più di cinquecento scenografie per Prosa, Lirica e Danza nei principali teatri italiani e stranieri.

Luzzati è interprete di una cultura figurativa abile e colta, capace di usare con maestria ogni sorta di materiale: dalla terracotta allo smalto, dall’intreccio di lane per arazzi all’incisione su supporti diversi, ai collage di carte e tessuti composti per costruire bozzetti di scene, di costumi, di allestimenti navali.

La ricchezza del suo mondo fantastico, l’immediatezza ed espressività del suo stile personalissimo, ne hanno fatto uno degli artisti più amati ed ammirati del Novecento.

Ugo Nespolo

Ugo Nespolo nasce nel 1941 a Mosso (BI), si diploma all’Accademia Albertina di Belle Arti a Torino e si laurea in Lettere moderne.

Esordisce nel panorama artistico italiano negli anni sessanta con contaminazioni della Pop Art e con una stretta militanza con concettuali e poveristi.

Rilevante è la sua passione per il cinema che darà luogo a importanti retrospettive a lui dedicate in importanti musei stranieri (Philadelphia, New York, Londra, Parigi, Colonia, Pechino, Shanghai). Fonda con Mario Schifano il Cinema degli artisti e tra il 1967 e il 1968 realizza numerosi film che hanno come protagonisti gli amici e colleghi Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto e Lucio Fontana.

Fortemente influenzato da Fortunato Depero, dal quale Nespolo trae il concetto di un’arte ludica che pervade ogni aspetto della vita quotidiana. Il concetto di arte e vita sta alla base dell’espressività di Nespolo ed è eredità del movimento Futurista.

Di qui anche il suo interesse per il design, l’arte applicata e la sperimentazione creativa in disparati ambiti, quali la grafica pubblicitaria, l’illustrazione, l’abbigliamento, scenografie e costumi di opere liriche. La sua ricerca spazia anche dal punto di vista dei materiali. Lavora con su molteplici supporti e con tecniche differenziate: legno, metallo, vetro, ceramica, stoffa, pietre preziose.

Chris Bangle

Chris Bangle nasce in una cittadina statunitense dell’Ohio di nome Ravenna nell’autunno del 1956. Frequenta l’Università del Wisconsin e prosegue gli studi all’Art Center College of Design di Pasadena, (California). Entra nel settore delle automobili nel 1981, per poi affermarsi a livello internazionale in Fiat, Alfa Romeo e BMW.

Lasciato il settore automobili nel 2009 si trasferisce in Italia, a Clavesana nelle Langhe, dove fonda il progetto no profit Big Bench Community, per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala.

La prima Grande Panchina è stata realizzata nel 2010 da Chris Bangle sul terreno della Borgata a Clavesana, sua residenza e studio, come installazione affacciata sul paesaggio e accessibile ai visitatori.

L’idea delle panchine fuori scala non è inedita, ma lo è il contesto. Il cambio di prospettiva dato dalle dimensioni della panchina fa sentire chi vi siede come un bambino, capace di meravigliarsi della bellezza del paesaggio con uno sguardo nuovo. La panchina è divenuta in poco più di un anno un’attrazione per i visitatori della zona.

Nel corso degli ultimi anni, altre panchine ufficiali sono state costruite in zone vicine, senza fondi pubblici, solo grazie a sponsor privati.

Le Big Bench non sono installazioni private, ma parte di un’esperienza collettiva che tutti possono condividere e sperimentare venendo in queste zone.

Balthasar Brennenstuhl

Nasce a Zurigo nel 1956, dopo aver frequentato le e Scuole delle Arti Applicate di Strasburgo e Zurigo, si trasferisce a Parigi dove si dedica a studi di pittura, scultura e tecniche di incisione, nello studio del maestro argentino Lucio Loubet.

Nelle sue opere si incontrano diversi materiali: metallo, pezzi di attrezzi agricoli, resine che gli consentono di arricchire le sue sculture di accenti colorati

Dedo Roggero Fossati

Nato nel 1948, si laurea in medicina e chirurgia nel 1975. Appassionato di scultura, la pratica dall’adolescenza, cimentandosi con l’arenaria, il legno, la ceramica raku, il ferro e la fusione a cera persa.

Peppino Campanella

Influenzato dalla Pop Art ed acceso sostenitore del riutilizzo dei materiali, le sue opere sono il risultato dell’assemblaggio di pietre, conchiglie e vetro. Sospese tra arte e design passano da un decorativismo eccessivo, quasi arabeggiante, ad una sempre maggiore ricerca tesa a minimizzare la luminescenza degli elementi. I suoi oggetti infatti non hanno lo scopo di illuminare, ma di evocare il mare, il cielo, l’aurora e il tramonto.

Giancarlo Ferraris

Lo stile pittorico di Giancarlo Ferraris ricorda le atmosfere metafisiche che avvolgono le celebri «piazze» di De Chirico o le geometriche periferie post futuriste di Sironi, fino al senso di solitudine comunicata dalle opere di Hopper. Tra i suoi soggetti preferiti vi è però una Natura viva, fatta di colline e pianure, dove la presenza dell’uomo si manifesta attraverso vigne rigogliose e casolari che sopravvivono al tempo. Ferraris è anche il Direttore artistico dell’Art Park La Court e la sua collaborazione con l’azienda Michele Chiarlo dura ormai da più di vent’anni. Ferraris infatti, non è solo un pittore, ma è anche l’ideatore e l’autore delle etichette dei vini Chiarlo.

Fabio Albino Cavanna

Nato nel 1976 a Nizza Monferrato e fortemente influenzato dalla Pop Art, le sue opere sono espressione di un “artigianato artistico” dove la creazione non è un semplice ideare, ma un fare: un atto concreto e manuale.

Il recupero di materiali e rottami, le contaminazioni tra cemento, vetro e ferro contraddistinguono le sue sculture e le sue lampade.

Marcello Mannuzza

A partire dalla metà degli anni Sessanta lavora come torniante presso la manifattura ceramica albisolese “Fabbrica Casa Museo G. Mazzotti 1903”.

Nel 1982 a Celle Ligure (SV), fonda la manifattura ceramica Il Tondo, che si avvale della collaborazione di artisti del calibro di Rosanna La Spesa, Oscar Saccorotti, Umberto Piombino, Emanuele Luzzati, Guglielmo Bozzano, Alfredo Sosabravo e Giovannino Servettaz. La produzione de Il Tondo spazia da vasi moderni e in bucchero a numerose sculture in monotipo.