Tradizione e rigore. Leggerezza e passione. Cura del paesaggio, arte, comunità. Sostenibilità e sperimentazione. Con una pennellata pop e un tocco di spensieratezza.
Dal 1956, Michele Chiarlo vinifica l’essenza del Piemonte, amando e valorizzando il più incredibile territorio vitivinicolo al mondo. Coltiviamo 110 ettari di vigneti tra Langhe, Monferrato e Gavi, i migliori cru nel pieno rispetto di severi criteri ecologici, del terroir e delle loro espressioni.
(nella foto in alto da sinistra a destra: Alberto, Michele e Stefano Chiarlo)
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Convinsi mio padre ad iscrivermi alla scuola enologica di Alba ad una sola condizione: essere sempre promosso.
Michele Chiarlo
Pietro Chiarlo nasce a Bubbio nel 1898 in una famiglia di contadini. Fin da adolescente, lavora come garzone di campagna e poi a Canelli, in cantina, dove è addetto a lavaggio dei sacchi olandesi con cui si filtrava il Moscato.
Dopo una parentesi in Abissinia come autotrasportatore, nel 1939 Pietro torna a Calamandrana deciso a investire nella campagna e nella produzione vitivinicola. Con il fratello Felice, dissoda i terreni ed esegue gli scassi a mano, ripiantando i vigneti. Il vino, intuisce, è il futuro delle colline piemontesi.
Intanto nel 1935 nasce Michele Chiarlo, primogenito di Pietro. Dopo le scuole medie, Michele riesce a farsi iscrivere alla scuola enologica di Alba «a patto di essere sempre promosso». Suoi compagni di studi sono i futuri protagonisti dell’enologia italiana: Renato Ratti, Ezio Rivella, Franco Ziliani, Giuliano Noè e Giacomo Tachis.
La passione per la sua terra e l’esperienza vitivinicola, portano Pietro Chiarlo nel 1952 alla guida della Cantina sociale di Calamandrana, in qualità di presidente. Ruolo che ricoprirà fino al 1980, contribuendo allo sviluppo della viticoltura e alla valorizzazione dell’enologia piemontese e italiana.
Nel 1956 Michele Chiarlo inizia la sua avventura da produttore vitivinicolo. In anni di stenti e miseria, capisce che la strada per l’emancipazione delle colline piemontesi è nel vino di qualità, a partire dalla scelta dei vigneti e delle zone più vocate.
La prima vendemmia di Barolo imbottigliata sotto il nome di Michele Chiarlo è datata 1958.
Michele espande i confini del mercato enologico. È tra i primi produttori piemontesi a credere nel successo del vino italiano all’estero. A partire dalla metà degli anni ’60, batte instancabilmente i mercati del Nord Europa e quelli americani, guadagnando la fiducia degli importatori e dei consumatori in tutto il mondo.
Nel 1972 Michele Chiarlo consolida il suo successo. A Calamandrana si costruisce una sede più grande e razionale. Seguendo il consiglio del padre – «usa pazienza e sacrifici, ma compra solo vigneti in grandi posizioni», Michele comincia a selezionare i migliori appezzamenti di Langhe, Monferrato e della zona di Gavi. Una ricerca minuziosa e paziente, che lo porterà ad acquisire alcuni dei più prestigiosi cru del Piemonte.
Elevare la qualità della Barbera e con essa, il valore del Monferrato, sua terra d’elezione. Questo è il sogno di Michele Chiarlo che, tra i primi, realizza nel 1974 una Barbera con fermentazione malolattica. Un vino finalmente adulto, stabile, la cui rusticità, se debitamente guidata, può essere materia prima di vini dall’eccezionale levatura internazionale. A partire da questa conquista, Michele Chiarlo continuerà a investire e a credere nella Barbera d’Asti, aiutando a diffonderne la giusta fama e il giusto valore nel mondo.
Nel 1987 Michele Chiarlo è tra i fondatori storici del Consorzio Grandi Vini, la prima associazione sovraregionale di produttori vitivinicoli nata per favorire l’esportazione dei vini italiani di qualità.
L’azienda acquista appezzamenti nei maggiori cru del Barolo. Nel 1988 a Cerequio, borgata di La Morra; l’anno successivo a Cannubi, la collina “benedetta da Dio”, forse il cru più storico, importante e prestigioso d’Italia.
I due figli i Michele entrano in cantina: Stefano, per occuparsi della parte agricola ed enologica e Alberto della parte commerciale e marketing.
Nel 1995 la Barbera ha finalmente il suo tempio. Michele Chiarlo acquisice la Tenuta La Court, venti straordinari ettari a Castelnuovo Calcea, cuore storico della denominazione. Non solo un luogo di produzione, ma un laboratorio dove vino, paesaggio e comunità trovano un terreno su cui dialogare. È a La Court che nascerà la passione e si moltiplicheranno gli investimenti di Michele Chiarlo e dei suoi figli per il Nizza Docg, il «Super Barbera» del Monferrato.
Nel 1996 la Michele Chiarlo è tra i membri fondatori di Hastae, associazione fra importanti produttori di Barbera d’Asti nata per realizzare nuove sperimentazioni e promuovere questo vino e il suo territorio nel mondo.
Comincia la grande avventura del Nizza. Assieme all’enologo Giuliano Noè, Michele Chiarlo è tra i pionieri della nuova denominazione e della lunga battaglia per il suo riconoscimento, coronato nel 2014 con l’ottenimento della Docg.
Nel 2003 nasce l’Art Park La Court, all’interno dell’omonima tenuta. È il primo esempio di land art fra i vigneti.
Nel 2004 la Michele Chiarlo ha avuto l’onore di essere prescelta a fare parte dell’Istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi, che raggruppa 19 aziende di grande prestigio italiane con l’obbiettivo di promuovere nel mondo i vini italiani di alta gamma.
Nel 2011 nasce il Palás Cerequio, il primo relais dedicato ai cru del Re dei vini, l’unico al centro di una grande vigna di Barolo.
Nel 2012 la Michele Chiarlo è tra i fondatori dell’Accademia del Barolo.
Michele, Stefano e Alberto Chiarlo continuano a lavorare seguendo la tradizione di una cantina familiare dal respiro internazionale. Attenzione ai dettagli, cura maniacale dei vigneti, vinificazioni nel rispetto dei terroir e dei vitigni, artigianalità delle lavorazioni. Caratteristiche che fanno di Michele Chiarlo una delle più importanti realtà vitivinicole del Piemonte, che crede esclusivamente sui vitigni autoctoni e su questi continua ad investire.